La storia della Val di Fiemme comincia approssimativamente
nell’età mesolitica (seimila anni fa), dato che i ritrovamenti archeologici
fanno presagire che già allora la valle fosse stata visitata, probabilmente
solo come meta di passaggio, fin da epoche così remote.
Successivamente abitata da cacciatori durante l’età del rame
(neolitico), spintisi fino a qui per via della forte presenza di
selvaggina, pellame e cibo, la valle vide sorgere le prime rudimentali
costruzioni tipiche dell’insediamento umano.
Fino all’espandersi dell’Impero Romano, gli abitanti vivevano
in assoluta libertà, cacciando, pescando e coltivando tutto ciò
che la terra e i metodi di coltivazione, concedevano. Il dominio
di Roma lasciò molte tracce nel modo di vivere e soprattutto nel
modo di amministrarsi, diffondendo le proprie leggi e le proprie
usanze.
Attorno al 500 d.C., con il lento logorarsi della forza e
della potenza dell’Impero Romano, le popolazioni barbare, invasero
l’intera vallata dell’Adige, costringendo gli abitanti terrorizzati
a rifugiarsi numerosi nelle vallate confinanti; tra cui la Val di
Fiemme.
Nell’anno 1000 la Val di Fiemme diventa parte del vescovado
di Trento, fondato dagli imperatori germanici insieme a quello di
Bressanone.
In questi anni, i fiemmesi si accorgono dell’importanza dell’indipendenza,
e successivamente negoziano con il conte-vescovo di Trento, del
quale erano sudditi, una forma molto particolare di autonomia insieme
ad una promessa d’intervento di difesa in caso di attacco esterno.
Nel 1315 Il Privilegio Enriciano sancisce la libertà di godimento
dei beni e la proprietà comune dei boschi, dei pascoli e gli essenziali
diritti di caccia e pesca.
Nasce
la Comunità di Fiemme, successivamente nominata: “Magnifica Comunità
di Fiemme”.
L’autonomia ormai consolidata, diede molte difficoltà al popolo
locale, che dovette battagliare lungo tutto il corso della storia
per poter mantenere i privilegi ottenuti. Sono avvenimenti che hanno
segnato la storia della valle anche il Processo alle streghe, durante
il periodo dell’inquisizione nel 1500d.C., e le guerre luterane-francesi,
nel XVI secolo.
Sul finire dell’800 dopo il ritorno dell’Impero Austriaco,
succeduto ai francesi prima, e alla Baviera poi, Fiemme vede nascere
le prime forme di turismo, grazie alle visite estive del Vescovo
di Trento e delle corti a seguito, ma anche grazie a gruppi di triestini
e di trentini che salivano a Cavalese per trascorrere un periodo
di relax e svago, molto simile al concetto di vacanza moderna. In
quegli anni l’Impero Austro-Ungarico ampliò e migliorò la strada
che da Ora conduce a Cavalese, e fece costruire la ferrovia Ora-Predazzo,
oggi sfortunatamente soppressa.
Durante la Prima Guerra Mondiale, la catena del Lagorai e
la Val di Fiemme furono teatro di battaglie avvincenti e significative,
di cui ancora oggi sono visibili i segni e le testimonianze. In
seguito alle battaglie e alla fine della guerra, la valle divenne
parte del Regno d’Italia, e cominciarono a sorgere i primi alberghi,
le prime strutture a scopo ricettivo e le prime abitazioni a scopo
turistico. La valle stava cominciando a delineare e a gettare le
basi per la nuova forma di economia, che successivamente l’ avrebbe
così modificata fisicamente e psicologicamente.
La Seconda Guerra Mondiale ha lasciato testimonianze importanti
di eccidi e omicidi in alcuni paesini della vallata; si ricordano
le stragi di Ziano e Stramentizzo.
Nell’immediato dopoguerra, la nascita di alberghi, abitazioni,
strutture, giardini e parchi, terme e centri di cura, e poi negli
anni ’60 la nascita dell’impianto di risalita del Cermis, hanno
incoronato la Val di Fiemme come principessa delle vacanze fino
agli inizi degli anni ’80.